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Villa Soranzo I
Varallo Pombia, Novara I
22 ottobre – 6 novembre 2005 I
Villa Soranzo I
Varallo Pombia, Novara 
I
22 october – 6 november 2005 
I

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10 anni rappresentano un credibile lasso di tempo per soffermarsi a fare una riflessione sul percorso compiuto e sulla qualità del lavoro svolto, valutando se esso possa rappresentare un seppur modesto gradino dal quale partire per affrontare il decennio successivo e dal quale intravedere il possibile futuro, oltre l’orizzonte più prossimo. Anche a tal fine, in occasione della mostra a Villa Soranzo, abbiamo deciso di esporre in modo non sistematico i progetti sviluppati nel corso della nostra attività, presentandoli in modo frammentario e disorganico, così come spesso frammentaria e disorganica è l’attività progettuale stessa, fatta di rimandi e retroazioni, di estenuanti rallentamenti e di accelerazioni improvvise, circolare e non lineare. Invece di descrivere dettagliatamente tutti i vari lavori abbiamo dunque preferito presentare assieme, in modo casuale, pezzi di tanti progetti svolti: progetti realizzati o attualmente in cantiere, progetti rimasti sulla carta, progetti di concorsi (vinti e persi), progetti commissionati da clienti pubblici e privati, da enti o da singole persone. Tutti mostrati come frammenti indistinti, quasi fossero ricordi, e assieme ad essi le immagini di alcune delle tante persone che in vario modo hanno incrociato il nostro percorso. Tra i tanti frammenti emergono alcuni progetti, dedicati soprattutto agli spazi pubblici, che, nella nostra percezione, sono stati particolarmente importanti e che per questo abbiamo voluto illustrare più esaustivamente nella seconda sezione della mostra. Vi sono progetti di piazze, ponti, parchi, giardini, biblioteche, musei, teatri, sale espositive, negozi, uffici, case, singole stanze, arredi. Si tratta sempre di luoghi, piccoli o grandi che siano, destinati ad essere abitati. Molti di loro lo sono stati o lo saranno, e in vario modo sono entrati nella vita quotidiana delle persone che li vivono o che li vivranno, condizionandola, modificandola, forse migliorandola.
Questo è l’obiettivo principale della progettazione e la più grande responsabilità dei progettisti: testimonianza dell’architettura resta sempre la vita, al di là delle strutture critiche che imponiamo noi architetti. La progettazione, scriveva Maldonado trent’anni fa, non può essere intesa come attività finalizzata solo a far proliferare artificiosamente gli oggetti e in seguito a far accrescere, pure artificiosamente, il loro universo complessivo. La progettazione deve cercare di aprire un orizzonte di azione articolato, coerente, socialmente responsabile dell’ambiente umano e del suo destino.

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