PRIMA ZECCA DI STATO Roma

Cliente
Pubblico
Anno
2019
Programma
Cultura
Stato
Progetto

L’interpretazione che fonda l’approccio della proposta nei confronti dell’edificio esistente è la capacità di leggere in esso una natura duale: quella dell’opificio o della fabbrica, pensata per rispondere al complesso ciclo di lavorazioni che una Zecca implica; e quella dell’edificio urbano dotato di un “decoro” e di un ruolo pubblico in grado di dare forma al nuovo tessuto urbano della Roma di inizio secolo.

L’entrata al complesso è collocata in corrispondenza del grande portale posto a sinistra della facciata principale su via Principe Umberto. Superato lo storico androne d’ingresso, al quale sono connessi gli accessi indipendenti dei nuovi uffici direzionali al piano primo – raggiungibili tramite lo scalone monumentale esistente – e della Scuola d’Arte della Medaglia, si viene introdotti all’unica corte superstite della struttura originaria: questo spazio, riprogettato come un grande atrio coperto, si configura come il punto di snodo comune per tutti i per-corsi connessi alle attività previste da bando dove il visitatore potrà essere agilmente rindirizzato verso i differenti ambienti del complesso. Dal lato di destra della corte si accede al grande foyer del nuovo Centro Convegni, un ambiente di transi-zione ricavato in una delle due maniche laterali che originariamente tripartivano il corpo centrale della fabbrica a piano terra. Si tratta di uno spazio potenzialmente adattabile a diverse configurazioni espositive e sfruttabile anche per ospitare eventi legati alle altre funzioni e utenze ospitate nel complesso e non unicamente connesse alle attività del Centro Convegni: mediante l’apertura di due grandi portali collocati alle sue estremità, il foyer può essere infatti connesso non solo ai percorsi espositivi museali – divenendo una possibile addizione per mostre tematizzate o eventi mediatici aperti a un più vasto pubblico, ma anche ai locali destinati al Centro dell’artigianato di qualità e agli spazi di caffetteria e bookshop, dotati di una loro entrata indipendente sul fronte di via La Marmora. Il centro convegni è stato strutturato come un unico ambiente dalla capienza massima di 300 persone e può essere configurato in due sale indipendenti da circa 150 posti ciascuna mediante l’inserimento di una parete mobile mediana; dotato di una serie di locali tecnici e di supporto e collegato con un monta-carichi ai depositi del piano interrato, questo ambiente permette una grande flessibilità di impiego, divenendo insieme al foyer e al grande cortile d’ingresso una sorta di cuore spaziale dell’intero intervento dalla connotazione funzionalmente poliedrica. L’ingresso agli spazi museali è collocato sul lato sinistro della corte storica: i locali dedicati alle esposizioni permanenti sono stati distribuiti secondo un percorso anulare impostato lungo il perimetro dell’edificio.
La distribuzione interna del museo, che da un punto di vista dimensionale e funzionale costituisce la destinazione d’uso più rilevante e connotante di tutto l’intervento, è stata studiata per consentire una sensibile flessibilità nell’organizzazione delle sezioni espositive, permettendo al visitatore di accedere a una serie di ambienti complementari al percorso principale e ricavati nel locali della fabbrica storica. Al termine della prima sequenza di stanze a piano terra sarà quindi possibile raggiungere, oltre alla manica del grande foyer connesso al centro Congressi – e configurabile, come già accennato, per ospitare eventi speciali (conferenze, presentazioni, etc.): gli spazi destinati alle mostre temporanee, botteghe in cui i visitatori del museo possano osservare all’opera gli artigiani che qui avranno ospitata la propria attività. A completamento di questo nucleo espositivo-produttivo, accessibile anche dalla seconda entrata storica di via Principe Umberto, sono destinati una parte dei locali a piano terra della palazzina nobile con funzione di ufficio/archivio e postazione tecnica. La gestione dei flussi di visita, di notevole complessità data l’estensione degli spazi espositivi, viene risolta spazialmente anche mediante l’introduzione di pareti mobili orientabili dagli operatori della struttura, della “valvole” che permettono di aprire o chiudere il passaggio verso i differenti locali controllandone l’accesso, permettendo e garantendo il collegamento di tutti gli spazi del piano terreno in occasione di eventi particolari. Le restanti attività previste da bando trovano una loro collocazione all’interno del nuovo volume di progetto, un edificio sviluppato su quattro livelli distinti che distribuisce i nuovi ambienti richiesti da bando attorno a una corte centrale a tripla altezza, innestandosi in luogo delle superfetazioni addizionatesi nella parte centrale del complesso. L’accesso a questi nuovi ambienti avviene mediante lo scalone dal volume troncoconico introdotto sul luogo dell’originaria ciminiera della fabbrica e raggiungibile sempre dalla grande corte di ingresso. Al piano primo del nuovo edificio si trovano i locali biblioteca/archivio del Poligrafico di Stato e l’ingresso alle terrazze praticabili affacciate su via Cairoli. Gli spazi aperti, al pari del foyer a piano terra, sono stati riprogettati in previsione di un loro un utilizzo connesso alle altre attività del complesso. Arredato da grandi vasi di forma circolare piantumati con alberature ad alto fusto, il terrazzo così di-segnato assume l’aspetto di un tetto giardino dalla spazialità geometrica ma non regolare, distribuito lungo un percorso che si snoda tra i corpi dei lucernari esistenti in parte mantenuti in opera e restaurati, in parte, nei casi di maggior degrado, ricostruiti con l’introduzione di una “copertura verde” – una grande vasca posta a livello della tettoia esistente e piantumata con arbusti a basso fusto che si configurano in fitte masse arboree. I locali della biblioteca sono stati pensati per essere un luogo di conservazione e ricerca capace di accogliere le numerose pubblicazioni e il vastissimo repertorio di opere, tra cui le molte recensioni e pubblicazioni d’arte del Poligrafo dello Stato. Si tratta di un repertorio importante, accumulato negli anni e ora messo al servizio dell’attività di ricerca e di didattica che continuamente si incrementa e si aggiorna, non solo con materiale cartaceo, ma an-che, come si auspica, con materiale digitale. A questo patrimonio la nuova Biblioteca intende consentire e promuovere un accesso quanto più possibile diretto in un ambiente comodo e piacevole. La biblioteca è caratterizzata da spazi diversificati e flessibili: spazi comuni; sale studio; sale riunioni polifunzionali che all’occorrenza si possono unire grazie all’apertura di pareti mobili; spazi di studio di varia tipologia con una diversa modalità di fruizione. All’entrata della biblioteca è collocato un bancone di ingresso e di accoglienza, con retrostante scaffale di back-office. In corrispondenza della porta sarà collocato la barriera del sistema antitaccheggio. Nell’area di ingresso sono collocate le informazioni, i servizi di reference e alcune sedute informali. Alle spalle del bancone di ingresso si trova il laboratorio di manutenzione libri. In prossimità di questi ambienti vi è un montacarichi che consentirà un collegamento diretto al deposito del piano interrato dove, in ambienti riservati ai bibliotecari e adeguatamente climatizzati, sono conservati i vari documenti dell’Archivio Storico.
Di fronte all’area di ingresso si trovano le postazioni pc e lettura microfilm, spazi per la lettura e lo studio. La disposizione degli scaffali disegna e identifica i vari ambienti, senza soluzione di continuità. Il cuore spaziale di questo luogo resta la grande corte interna, pensata come un’area all’aperto adatto sia alla socializzazione e al relax, sia ad ospitare attività ed eventi culturali. Adiacenti agli ambienti della biblioteca sono i locali uffici per il centro servizi: impostati lungo la manica laterale del nuovo volume, si costituiscono come un grande ambiente open-space in grado di assecondare configurazioni operative differenti (postazioni di lavoro singole indipendenti, organizzate per isole legate ai team di lavoro, area per sale riunioni isolabili con pareti mobili). Questi locali sono connessi al corpo storico della palazzina nobile tramite il grande portale originaria-mente affacciato sul cortile interno delle due maniche; l’accesso a questa parte del complesso avviene solo dalla reception a piano terra attraverso lo scalone monumentale e un nuovo corpo ascensori ad essa dedicato. Al piano secondo sono collocate le nuove aule studio e di lavoro della SAM: uno spazio reception posto sul lato sinistro dell’ingresso introduce a un primo ambiente a pianta libera pensato come uno spazio di percorrenza e configurabile anche come postazione studio o di lavoro temporanea affacciata sulla grande corte interna.
Da questa posizione è possibile raggiungere, oltre a una serie di locali tecnici e di servizio, sia gli ambienti della palazzina nobile attualmente attribuiti alla scuola, sia i nuovi laboratori previsti da bando e ricavati nella manica laterale del nuovo edificio di progetto – questi ultimi impostati come quattro posti in sequenza tra loro e accessibili da un medesimo corridoio di smistamento parallelo al lato della corte centrale. Dimensionate per accogliere classi di circa 25 studenti, le nuove aule si caratterizzano come ambienti molto luminosi che beneficiano della configurazione di facciata tipo curtain wall per trarre il massimo apporto di luce naturale; ognuno di questi ambienti è stato articolato prevedendo una parete attrezzata per le apparecchiature speciali legate alle attività dei corsi (forni, lavabi etc.). La scelta di concentrare tutte le stanze di lavoro nel nuovo volume di progetto consente una loro eventuale apertura al pubblico senza entrare in conflitto con lo svolgimento delle attività didattiche previste nelle sale dalle palazzina storica, alle quali è possibile accedere autonomamente da un ingresso a piano terra. Dai locali del corpo nobile è poi possibile raggiungere le ultime aule della SAM poste a piano terzo, l’unico ambiente non collegato al nuovo edificio di progetto. Sempre a piano secondo è stato ricavato un punto ristoro separato dagli ambienti della scuola e accessibile anche agli altri utenti del complesso grazie al suo collegamento indipendente con lo scalone esterno; a questi locali è stato annesso un piccolo terrazzo aggettante verso la corte centrale. Salendo a piano terzo si ha accesso ai locali della Foresteria, una struttura ricettiva pensata per gli utenti legati professionalmente alle attività della scuola e dell’archivio storico.
È possibile raggiungere questo livello anche da un’entrata indipendente posta nell’angolo sud ovest dell’edificio e collegata, tramite un corpo scale e ascensore dedicato, ad una seconda reception a piano terra nei locali prospicenti via Principe Amedeo: la scelta di questo doppio ingresso è motivata dalla necessità di garantire alla foresteria un’autonomia di funzionamento negli orari notturni, quando vero-similmente le restanti attività del complesso risulteranno interrotte con la conseguente chiusura delle entrate principali su via Principe Umberto. Il quarto e ultimo piano dell’edificio raggiungibile dallo scalone esterno è stato progettato come una grande terrazza panoramica aperta sul quartiere Esquilino e attrezzata con un secondo punto ristoro, reso volumetricamente possibile grazie alla demolizione di una parte del livello ammezzato a piano terra. Anche quest’ultimo ambiente è pensato per funzionare sinergicamente in relazione alle diverse attività ospitate dal complesso, prestandosi per essere sfruttato anche in occasione di eventi esterni alla struttura rivolti ad una più ampia utenza.

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CREDITI

Riqualificazione e recupero del complesso urbano della Prima Zecca d’Italia
Museo, Biblioteca e Scuola dell’Arte e della Medaglia – Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato di Roma I
2019 I
Committente: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato I
Progetto preliminare I
Concorso internazionale di progettazione a inviti: progetto finalista I
In collaborazione con: Cino Zucchi Architetti – architettura, EPlus Studio – impianti, Studio Rocchi, restauro, SM Ingegneria – strutture e A+G – comunicazione I