Parco di Porta Nuova, Milano

[column width=”200px”]

Nuovo parco urbano nell’area Garibaldi Repubblica “Giardini di Porta Nuova”, Milano I
2004 I
Committente: Comune di Milano I
Progetto preliminare I
Concorso internazionale di architettura ad inviti: progetto selezionati e secondo premio I
In collaborazione con: Studio Giancarlo De Carlo Associati (capogruppo), Paolo Pejrone (paesaggio), Mark Francis (paesaggio), Elio Tarulli (urbanistica), Cantieri Isola (partecipazione), Ic99, Avventura Urbana, ABCittà scrl (partecipazione), Milanoprogetti SpA (impainti) e MSC Associati srl (strutture) I
Importo presunto dei lavori: 24.000.000,00 € I
New urban park in the area Garibaldi Repubblica ‘Giardini di Porta Nuova’, Milan I
2004 I
Client: Municipality of Milan I
Preliminary project I
International competition of architecture by invitation: selected project and second prize I
In collaboration with: Studio Giancarlo De Carlo Associati (group leader), Paolo Pejrone (landscape), Mark Francis (landscape), Elio Tarulli (city planning), Cantieri Isola (participative process), Ic99, Avventura Urbana, ABCittà scrl (participative process), Milanoprogetti SpA (system) e MSC Associati srl (structure) I

[/column] [column width=”430px” margin-left=”10px” padding=” 0 0 0 30px”] [nggallery id=”30″ container_height=”360px”]

Un parco urbano, per ricucire le ferite vecchie e nuove inferte alla città. Spazi pubblici per lo svago e il tempo libero: giardini, orti urbani, percorsi immersi nel verde, una grande serra, spazi per l’arte, per l’incontro e per le associazioni. Un percorso partecipato con i cittadini. Un’occasione di incontro e confronto con un grande architetto, Giancarlo De Carlo. Un processo di costruzione di un progetto. Raccontato, infine, in un libro. L’area di Porta Nuova è uno degli spazi urbani più tormentati di Milano, e tuttavia dei più promettenti: per la sua posizione chiave; la densità di infrastrutture che possiede; le stratificazioni del passato che lo compongono; la variegata composizione sociale, culturale e umana; l’ampio spettro di strutture e figure spaziali. Il progetto dei “Giardini di Porta Nuova” (in realtà un parco urbano di grandi dimensioni) prevede la realizzazione di una “sequenza di paesaggi” in grado di valorizzare le compenetrazioni tra tessuto urbano e la natura, progettata e “costruita” con vegetazione, specchi d’acqua, canali, spazi a cielo aperto commisurati alle necessità di incontro, comunicazione, scambio, di tutti coloro che utilizzeranno i giardini: cittadini, viaggiatori, pendolari. L’idea è quella di creare un parco “molteplice” che cambia nei suoi diversi settori struttura, forma, destinazione, modi e ritmi d’uso, tempi di sviluppo, in funzione dei caratteri e delle situazioni urbane con le quali confina. Il Parco progettato ha infatti cinque “facce” articolate attorno a un nucleo centrale e ciascuna faccia è diversa perché diversa è la parte di città con la quale si confronta. Alcune facce tendono ad avere la fisionomia di parco di quartiere, quando è più probabile la frequentazione e la partecipazione dei cittadini che abitano nelle loro vicinanze; altre invece hanno fisionomie più distaccate, quando si confrontano con zone di attività neutre o istituzionali. Ma ciascuna delle facce risponde a un unico sistema di coerenze organizzative e morfologiche; cosicché i nuovi Giardini, pur essendo al loro interno differenziati, appariranno come un unico tessuto di eventi che concorrono allo stesso (fisico e metafisico) scopo. Nel parco si possono distinguere alcuni fulcri: il terrapieno a gradoni dove sarebbe collocato il Museo della Moda; il bosco (che occupa la vasta zona d’ombra causata da i nuovi edifici del progetto Hines di Cesar Pelli, contribuendo a mitigarne l’impatto); la serra; la grande rampa pedonale; il grande “parterre” di bamboo; il Phytarium; l’area degli orti urbani; il grande “green”.
An urban park healing old and new wounds of the city. Public spaces for entertainment and leisure time: gardens, urban kitchen gardens, paths among the green, a large glasshouse, spaces for art, meetings, and associations. A journey undertaken together with the citizens. An opportunity for discussion and meeting with the great architect Giancarlo De Carlo. The construction process of a project, eventually told in a book. The area of Porta Nuova is one of the most tormented urban spaces of Milan, but also one of the most promising: because of its key position, density of infrastructures, the stratifications of the past which compose it, its variegated social, cultural, and human composition, as well as its wide spectrum of structures and spatial shapes. The project ‘Giardini di Porta Nuova’ (actually a large urban park) sees the realisation of a ‘sequence of landscapes’ which emphasise the interpenetration of urban fabric and nature, created with vegetation, water surfaces, canals and open-air spaces adapted to the need for encounters, communication and exchange of all people using the gardens: citizens, travellers, and commuters. The idea is to create a ‘multi-faceted’ park, which in its various sectors changes structure, form, destination, use and rhythms and development time, depending on the types and situations of the urban centres it borders on. Indeed the designed park has five ‘faces’, situated around a central nucleus, each face being different because the part of the city it refers to is different. Some faces tends to acquire the features of the neighbourhood park, where the attendance and participation of the citizens living in this area is more frequent; whereas others have a more distinguished aspect, characterised by neutral or institutional activities. Nevertheless, each face responds to a unique system of organisational and morphological consistencies; therefore the new gardens, even though differentiated on the inside, will appear as one network of events contributing to the same (physical and metaphysical) aim. The park has various pivotal elements: the embankment with steps, where the Fashion Museum would be situated; the grove (occupying a vast area in the shade of the new buildings of the Hines project by Cesar Pelli, mitigating their impact); the glasshouse; the large pedestrian ramp; the great bamboo ‘parterre’; the Phytarium; the area of the urban kitchen gardens; the great ‘green’.

[/column] [end_columns]